di Stefania A.
Il 31 Marzo 2015 gli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari) sono stati ufficialmente chiusi, per lasciare spazio alle REMS (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza); dire che sia giusto o sbagliato credo sia impossibile, sicuramente i cambiamenti possono essere utili, ma forse i risultati si vedranno solo con il tempo. Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono stati descritti nei più svariati modi, ma nessuno di questi rende veramente l’idea dell’ambiente e della loro funzione; io stessa che ho vissuto 4 anni a Castiglione delle Stiviere, fatico a trovare le parole adatte per descrivere l’ambiente, che a lungo andare è diventato come una casa.
Forse la verità è che si tende ad associare gli OPG, a semplici manicomi criminali; l’ho fatto io stessa, quando fui informata della mia assegnazione a Castiglione, pensavo che avrei trovato camicie di forza, magari una struttura fatiscente, persone malate e pericolose: beh mi sono sbagliata, alla grande.
Per quanto riguarda la mia esperienza personale, è stato un po’ come vivere in un collegio immerso nel verde, dove ho trovato persone che soffrono delle più svariate patologie psichiatriche, e che, giorno dopo giorno, lottano per trovare un equilibrio.
È un luogo che racchiude la sofferenza di donne e uomini, che, a causa della malattia, hanno commesso reati più o meno gravi; c’è chi non ne ha coscienza, e chi invece cerca di districarsi tra i sensi di colpa riprendendosi la vita. Proprio perché l’ho vissuto sulla mia pelle, sono convinta che l’ OPG sia per molti un’ancora di salvezza; non è solo un luogo di cura attraverso la psicoterapia e la terapia farmacologia, ma è anche un luogo di riabilitazione, attraverso vastissimi progetti di sport, di lavoro, di cultura. Certo si sconta una pena con delle privazioni, ma si sente molto meno il distacco forzato dalla libertà, proprio grazie a tutte le attività che vengono offerte; ovvio che per funzionare, è un posto che va accettato, e, a priori, è necessario accettare il motivo per cui si arriva in un posto del genere.
Chi lavora all’interno dell’ OPG è dotato di una grandissima umanità, tanti angeli custodi (operatori, psichiatri, infermieri, psicologi, educatori), che giorno dopo giorno vivono la sofferenza, e spesso la solitudine di chi ci vive. Forse il cambiamento più giusto non sarebbe dovuto arrivare da misure legislative, il grande cambiamento dovrebbe partire dalla gente comune: le persone dovrebbero imparare a non avere paura delle malattie psichiatriche, che si tratti di manicomi, OPG oppure REMS; non ci si dovrebbe mai dimenticare che chi vive in quei posti sono persone, che il più delle volte sono le prime ad essere spaventate dalla malattia, e magari avrebbero solo tanto bisogno di essere ascoltate, capite, e prese per mano.
Io ci sono purtroppo passata, e dalla mia esperienza, grazie all’OPG e ai miei angeli custodi, ho capito che nessuno è immune, basterebbe solo non essere prevenuti, e non giudicare chi ha sbagliato senza rendersene conto: per queste persone, me compresa, la vera pena non sono gli anni inflitti da un tribunale, ma la consapevolezza della malattia e di ciò che mi ha fatto fare.