Dal 29 settembre al 4 ottobre allo Spazio Oberdan: Ricordo di Claudio Caligari

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valMentre Non essere cattivo è nelle sale, la Cineteca ha avuto una bell’idea: proiettare gli altri due film del regista romano prematuramente scomparso lo scorso maggio, Amore tossico (del 1983) e L’odore della notte (del 1998), altre storie di periferie, di disperazione e disagio raccontate con crudezza, empatia e generosità. L’occasione è di quelle imperdibili, da cogliere al volo: appuntamento allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2) martedì 29 alle ore 19 con Amore tossico, per il calendario completo e altre notizie www.cinetecamilano.it

Un pensiero su “Dal 29 settembre al 4 ottobre allo Spazio Oberdan: Ricordo di Claudio Caligari

  1. pierfranco bianchetti

    Quanta tristezza nel cinema di Claudio Caligari che ha scelto di lasciarci prima dell’ uscita del suo ultimo film senza sapere che la sua opera rappresenterà il cinema italiano alla selezione degli Oscar 2016!
    Mi ricordo di “Amore tossico”, una pellicola da pugno nello stomaco. La conferenza stampa a Milano al cinema President nel 1983 fu qualcosa di diverso per la presenza degli attori quasi tutti veri intossicati della periferia di Ostia.
    La droga, un tema affrontato dal grande schermo da sempre fino dal 1916 con una commedia burlesca intitolata “The Mistery of the Leaping Fish – Il mistero del pesce saltatore”, storia di un detective privato che si inietta la cocaina nel polso.
    Billy Wilder nel suo bellissimo “Vita privata di Sherlock Holmes”, 1970, ci mostra il celebre investigatore mentre si “fa” quotidianamente. Nello stesso anno esce “Trash – I rifiuti di New York” di Paul Morissey, regista del clan di Andy Warhol.
    Negli anni Cinquanta la diffusione dei narcotraffici sta diventando un problema per la società americana.
    In “Un cappello pieno di pioggia” del 1957 di Fred Zinnemann, il protagonista è un reduce dalla guerra di Corea che in seguito alla sommistrazione di morfina per le ferite riportate in combattimento ne diventa dipendente.
    “L’uomo dal braccio d’ oro”, del 1955 di Otto Preminger, è incentrato su un Frank Sinatra strepitoso, eroinomane che cerca di disintossicarsi. Le sequenze della sua sofferenza mentre è in astinenza sono davvero impressionanti ancora oggi, sottolineate dalla musica bellissima di Elmer Bernstein.
    La censura dell’epoca non gradì molto la divulgazione di un tema così tabù.
    Al Pacino al suo esordio davanti alla macchina da presa nel 1971 è già da Oscar con “Panico a Needle Park” di Jerry Schatzberg, agghiacciante discesa all’inferno dei drogati di Manhattan.
    Poi verranno altre testimonianze sulla tossicodipendenza come “Cristina F. – Noi i ragazzi dello zoo di Berlino”, ricavato dall’ omonimo libro venduto in milioni di copie, film terribile nella sua drammaticità che racconta la vera storia di un ragazzina tedesca a tredici anni già con “la scimmia sulla spalla”.
    Pare che durante le proiezioni anche nei cinema italiani molti giovani disperati nel guardare le immagini sullo schermo venivano presi da un desiderio di emulazione.
    Così correvano al bagno per bucarsi !! Che fare allora ?
    Il cinema non può certo regalarci soluzioni di nessun tipo, ma può contribuire ad affrontare un fenomeno terribile come quello della droga che ha devastato e devasta la nostra vita……
    Nessun virus nel messaggio.

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