Tredici film e un personaggio, il sacerdote: inizia domani al Museo Interattivo del cinema (viale FulvioTesti 121) una gustosa carrellata di film incentrati sulla figura del sacerdote, sulle difficoltà e le incertezze incontrate lungo il percorso spirituale. Come sottolinea il titolo della rassegna manca il più famoso e visto dei preti – il don Camillo di Fernandel – e ci sono quelli interpretati da Nanni Moretti, Montgomery Clift, Philip Seymour Hoffman, e ancora Lambert Wilson e Alessandro Gassman.
Appuntamento domani pomeriggio alle 16 con Il prete bello di Carlo Mazzacurati seguito alle 19 da La messa è finita di Nanni Moretti, per il calendario completo e altre informazioni: www.cinetecamilano.it
Roma 1944. La capitale è occupata dalle truppe tedesche fronteggiate dalla Resistenza antifascista. Manfredi, un leader partigiano è catturato e torturato dai nazisti sotto gli occhi di Don Pietro Pellegrini ( Aldo Fabrizi) che sta aiutando la lotta contro gli invasori. Quando lo vede morire sotto i suoi occhi la rabbia si impossessa di lui. “Maledetti, maledetti” grida con tutta la forza che possiede spaventando perfino l’ ufficiale nazista torturatore di Manfredi costretto a fare un passo indietro dalla paura. Poi Don Pietro si ricompone e chiede perdono a Dio per il suo odio. Presto farà però fucilato davanti ai ragazzi della sua parrocchia che se ne vanno tristi, ma ai quali ha egli ha ormai inculcato il germe della democrazia e della libertà……”Roma città aperta” di Roberto Rossellini, capolavoro del neorealismo italiano ispirato alla vera figura di Don Morosini, un sacerdote antifascista ucciso dai nazisti, propone una delle figure più belle nella storia del cinema di un prete coraggioso e buono. La tonaca ha attraversato da sempre la storia della cinematografia. “Diario di campagna”, 1950 di Robert Bresson tratto da un romanzo di Georges Bernanos è incentrato su di un parroco di provincia alle prese con una difficile realtà. “Léon Morin, prete”, 1961 di Jean – Pierre Melville è il bel ritratto di una sacerdote (Jean – Paul Belmondo) durante la seconda guerra mondiale che fa innamorare una giovane vedova di un paesino francese. Più divertente “Totò contro i 4”, 1963 , ancora Aldo Fabrizi nei panni di Don Amilcare, un prete manesco che prende a sberle un gruppo di ladruncoli del suo quartiere responsabili del furto di un auto di proprietà di un commissario di polizia ( Totò). John Mills nel 1960 è l’ interprete di “Il coraggio e la sfida”, nel ruolo di un prete cattolico di un villaggio messicano oppresso da una banda di prepotenti, deciso a convertire un pistolero ateo ( Dirk Bogarde). Nel 1986 in “Mission” Robert De Niro è un gesuita coraggioso in un paese del sud America del 1750 invaso dai conquistatori spagnoli. Anche Alberto Sordi nel 1970 veste l’ abito di un povero sacerdote di un paesino senza più fedeli che vorrebbe anche sposarsi nello spassoso episodio “Il prete” del film “La contestazione generale”. De Niro nel 1981 indossa nuovamente la tonaca per “L’ assoluzione” ambientato in America nel 1948. Suo fratello poliziotto ( Robert Duvall) indagando su di un omicidio scopre che lui è coinvolto in una brutta vicenda dai contorni oscuri. Infine Gérard Depardieu in “Sotto il sole di Satana” sempre da un romanzo di Bernanos, è un abate che affronta una feroce lotta tra il Bene e il Male mettendo a rischio la sua stessa vita. I religiosi sullo schermo non sono mai mancati perchè il cinema, che è un ritratto molto fedele della nostra esistenza, non poteva sottrarsi al compito di rappresentare gli uomini con la tonaca e la loro non facile condizione in una società sempre più secolarizzata. Una missione qualche volta “impossible”…….