Inside Out, regia di Pete Docter

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insideSe ne scrisse tanto quando fu presentato a Cannes, se ne riparla tantissimo – e non solo nelle pagine degli spettacoli – da quando – mercoledì scorso – è uscito nelle sale: è Inside Out, l’ultimo gioiello animato della Pixar, un viaggio originale, istruttivo, divertente, profondo, emozionante e intelligente dentro la testa dell’undicenne Riley – in crisi per il trasferimento assieme ai genitori in un’altra città: una nuova casa, nuovi vicini, nuovi amici, altra scuola – dove si immagina che a determinarne gli stati d’animo siano le dinamiche di una stanza di controllo manovrate da Rabbia, Paura, Disgusto, Tristezza e Gioia, cinque personcine coloratissime e molto espressive in continua lotta per i suoi sentimenti.

Inside Out è più efficace di un pedante trattato di pedagogia, è ricchissimo di personaggi, di trovate e di invenzioni e va visto e anche rivisto per coglierle tutte, gli adulti lo ameranno, e così i coetanei di Riley, i più piccoli invece potrebbero trovarlo troppo complesso e difficile.

In sala, in sala…

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