Due genitori borghesi, gollisti e cattolici con tre figlie già maritate a un arabo, a un ebreo e a un asiatico sperano che almeno la figlia più piccola sposi un francese. Ovviamente la speranza di papà e mammà è vana: la ragazza ama e intende sposare un nero!
Si può parlare di razzismo, religione, integrazione e contraddizioni, insomma di tematiche molto impegnate e molto impegnative con toni disimpegnati e leggeri, ironia ed eleganza? Sì, è possibile e “Non sposate le mie figlie!” – campione di incassi in Francia prima della tragedia di Charlie Hebdo – pur infarcito di luoghi comuni e di scontatezze sparse ci riesce bene, scorre che è un piacere e offre anche spunti per riflettere tutt’altro che banali.