Ecco dalla Svezia 39 sfumature di squallore e grigiume universale quotidiano, dove ogni sequenza è un breve frammento di commedia umana, dove strani personaggi perlopiù brutti o imbruttiti e strane situazioni invitano a riflettere sulle tante assurdità della condizione umana e dove il tutto – collegato da una coppia di venditori falliti di giochi di carnevale che non fanno ridere nessuno – compone un mosaico surreale sospeso tra insensatezza e ironia, ma soprattutto insensatezza, che vorrebbe far ridere o almeno sorridere, e che invece annoia, e che comunque ha vinto il Leone d’Oro all’ultimo Festival di Venezia.
E il pubblico? Un miracolo se riesce a restare fino alla fine.