Certo un’opera migliore non poteva esserci. Certo l’atmosfera che si respirava era emozionante e incandescente. Certo il Panottico di San Vittore era una scenografia quanto mai appropriata. Certissimo è che tutte le persone che hanno vissuto l’incredibile serata non se la dimenticheranno. Il Fidelio di Beethoven in diretta dalla Scala nel carcere di San Vittore è stato un avvenimento eccezionale. Tutti si sentivano protagonisti: per i detenuti era la loro storia, per gli ospiti eccellenti era una storia forte e incredibile vissuta con chi la capiva meglio. Come dicevamo, la serata era molto intensa. Forse per questo, l’intervallo di 40 minuti fra il primo e il secondo atto e il risotto finale cucinato dalle detenute con il panettone Giotto offerto da Nicola Boscoletto, che è il produttore dolciario veneto che reinserisce i detenuti al lavoro, sono stati anche loro particolarmente amichevoli, allegri e solidali. Ospiti e detenuti si sono mischiati con naturalezza, tutti parlavano con tutti, per la prima volta ho visto gli amici reclusi aprirsi, ho sentito le loro storie, ho visto i loro sorrisi. C’erano tutti i grandi del volontariato, Umberto Veronesi con la moglie Susy era una presenza imponente, a cui erano grati, Philippe Daverio è stato irresistibile quando ha spiegato il suo Fidelio, la scenografa Margherita Palli trovava la scenografia superba… Poi è arrivato il prefetto, poi sono arrivati i giovani imprenditori, poi è stata una serata indimenticabile.
Grazie al direttore Gloria Manzelli e alle guardie carcerarie, che hanno lavorato in straordinario per permettere tutto questo.