Alida Parisi è stata una mia insegnante alle superiori. Un’insegnante che non ho avuto per moltissimo tempo, ma di lei ho conservato un ricordo indelebile, bellissimo. Con i suoi occhioni da ragazza appena laureata scrutava al di là dei “stai seguendo/non stai seguendo”, cercando di portare la lezione oltre le semplici nozioni da imparare. Curava con sensibilità e attenzione chi era più indietro.
Passano gli anni e io dimentico il suo nome ma non il suo essere un’insegnante speciale e suoi grandi occhi sgranati sul mondo.
Lei, intanto, oltre ad insegnare, all’Università Cattolica si è formata sui disagi adolescenziali (studiando nei week end), si è dedicata al volontariato nel carcere di Bollate, supporta e sostiene l’ associazione “Bambini Senza Sbarre” e ha sviluppato una collaborazione con il giornale ABC, dove continua ad affrontare questi temi in una bellissima rubrica che tiene mensilmente “Il carcere, un mondo parallelo”. Ad ABC, la scorsa primavera, l’ho rincontrata …
Mercoledì scorso con Alida, grazie ad Alida, ho potuto avere un incontro speciale, di quelli che bastano due minuti per cambiarti per sempre, con Don Gino Rigoldi. L’idea che ci ha condotto a Comunità Nuova per incontrarlo è portare il progetto ABC Junior al carcere minorile Beccaria.
Questo sogno è nato su Quartieri Tranquilli, tra le righe dei meravigliosi articoli di “Oltre gli Occhi”, scritti delle detenute di San Vittore. La possibilità di portare il giornalismo al Beccaria, a Don Rigoldi è piaciuta molto, ma non sappiamo ancora se ce la faremo. Comunque, anche se mi ero ripromessa di stare il più possibile zitta, non ho potuto fare a meno di rivolgergli “qualche” domanda:
“Come sono finiti questi ragazzi in carcere? Cioè, c’è qualcosa che hanno in comune”?
Don Gino: ”Vengono tutti da situazioni di povertà materiale. Sono ragazzi che arrivano da famiglie che non hanno alcuno sguardo verso il futuro, famiglie che hanno perso ogni speranza.”
“Se avesse la bacchetta magica e potesse cambiare tre cose della scuola, cosa cambierebbe?”
D.G.: ”Gli insegnanti non possono solo dare informazioni ai ragazzi, dovrebbero studiare la pedagogia. Ogni studente deve sentirsi valorizzato, soprattutto quando mostra disagio, sentirsi accolto e rispettato. Sempre. Vorrei che i genitori fossero più attenti anche nei confronti delle esigenze non materiali dei ragazzi, dovrebbero mettersi in ascolto dei propri figli, della loro saggezza e delle loro difficoltà senza banalizzarle e vorrei che i programmi scolastici fossero orientati verso l’esperienza diretta e concreta di ciò che si studia”.
“Cosa pensa di Maria Montessori?“
D.G.: “E stata un’eroina come pochi altri nella storia”.
“Don Gino, vorrei che la scuola cambiasse” .
D.G.:”Auguri”.