Mi rendo conto che, dall’esterno, è difficile comprendere, capire la vita all’interno di un carcere; ci sono, in egual misura, belle persone, e anche brutte, ma, anche se i rapporti delle convivenze sono buoni, ogni carcerato/a sente un vuoto dentro e una grande solitudine nell’anima.
Ci manca la vita reale, gli affetti di famigliari, amici, fidanzati/e, mariti e mogli, ma, soprattutto, l’affetto dei figli, tutto ti manca, ogni abitudine della vita precedente. Viviamo di piccoli gesti che a voi possono sembrare nulla, banali, ma, per chi vive questa realtà, significano tutto: una piccola lettera scritta da voi, anche con una sola frase, può ridare un senso a una giornata vuota e triste.
Voi che siete fuori, scrivete ai vostri cari e dimostrate l’affetto che avete dentro, migliorerete la vita di un vostro figlio/a, amico/a, madre, padre la vita di ognuno di noi che si trova in carcere.