“È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!”, recita il Vangelo di Luca. Qui a San Vittore, al primo piano della Sezione Femminile, vi è un posto in cui trovare aiuto appena si entra e non si ha un cambio di vestiti, ma soprattutto si è depressi perché non si sa cosa sarà della propria vita. In questo posto ti offrono delle cose per cambiarti, aiutandoti concretamente, ma cercano anche di darti accoglienza, un sorriso e, anche, un modo per ritrovare quell’equilibrio che in certi momenti ti manca. Questo posto è un laboratorio gestito dalle suore dell’Ordine della Carità di Madre Toupet fondato in Francia dopo la rivoluzione francese, e, più precisamente, da Suor Emiliana, che attraverso una parola, un sorriso o una stoffa per cucire, ti fa sentire l ‘Amore di Dio che attraverso la concretezza ti riaccoglie nonostante i tuoi errori. Con Suor Emiliana lavora anche una detenuta della Sezione Penale (cioè non in attesa di Giudizio), che svolge le mansioni più disparate, come quella di aiutare le compagne appena arrivate a risolvere le loro necessità, come vestirsi, alla ripartizione dei disinfettanti e sacchetti della spazzatura, ogni mattina. Si occupa spesso anche di cucire manufatti per l’Istituto, come federe o lenzuola, recuperando talvolta materiale inutilizzato. Lava e stira i paramenti della Chiesa e ripartisce la fornitura che il Carcere passa a ogni detenuta ogni 15 giorni. La cosa più importante è che è sempre pronta a donarti un sorriso, un aiuto, una parola che come dicevo, appena entrate sono fondamentali. Chiaramente per fare questo tipo di lavoro bisogna avere molte qualità, oltre che una buona dose di “polso”, per non farsi sommergere dalle richieste. Bisogna essere persone estremamente affidabili, poiché si entra in contatto con tutte le detenute dell’Istituto, e vi assicuro che non è sempre facile avere a che fare con noi, avendo la responsabilità di tanti attrezzi, forbici, e macchinari di sartoria, stoffe e vestiario in genere. Il laboratorio poi è veramente importante, qui a San Vittore, perché è un posto dove passare un po’ di tempo per rammendare le tue cose, oppure per imparare a ricamare a punto croce, che è una tecnica di ricamo che Suor Emiliana insegna insieme al corso d’uncinetto. Tutto questo si fa scambiando anche qualche parola positiva che ti fa’ uscire dai soliti discorsi “carcerari” di leggi, indulti o amnistie che poi non arriveranno. Credo che a volte si dia per scontata la presenza del laboratorio, ma in realtà, in molte altre Carceri non si ha neanche un ago per cucire, a meno di non comprarlo, oppure talvolta non è addirittura consentito. Vi sono Istituti dove, quando entri, nessuno ti dà un cambio perché semplicemente non c’è. A questo proposito mi ricordo il carcere Femminile di Pozzuoli a Napoli, con circa 300 detenute, alcuni anni fa, aveva una sola volontaria in tutto il carcere. Qui le suore svolgono diverse attività e ruoli importanti. Si occupano dal disegno con Suor Ada, che è dolcissima ed ha un sorriso che rasserena, oltre a portarci buste e francobolli quando non si hanno soldi per scrivere. Suor Graziana, invece, svolge un lavoro importantissimo all’interno dell’Infermeria, si occupa di tutti i reparti con dedizione e amore. Abbiamo anche una bella Chiesa dove vengono svolte diverse attività spirituali con Don Marco e Don Roberto, e Suor Chicca che è una Suora Laica che attraverso il suo sorriso dà conforto a chi lo chiede. Le Suore sono presenti a San Vittore da molti anni e a tutte loro va la mia riconoscenza per avermi fatto riscoprire l’amore di Dio, l’unico che resta e che vince su tutto, con la loro generosità e disponibilità anche donandoti un vestito adattato che ti restituisca la tua dignità perduta, da qui il riferimento al versetto del Vangelo. A loro, alla Direzione, alla Polizia Penitenziaria, agli educatori, dico grazie per avermi fatto “crescere” in questo istituto.