Il venditore di medicine, regia di Antonio Morabito

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Spiace segnalare un discreto film italiano quando non è più nelle sale, del resto l’ho visto la scorsa settimana e magari sarà recuperabile in qualche rassegna estiva.

Bruno fa l’informatore scientifico di un’azienda in crisi, ed è pressato dai superiori con la minaccia dei tagli del personale. Per restare a galla va oltre quello che dovrebbe essere il suo lavoro – presentare nuovi prodotti e tenersi informato degli effetti sui pazienti -, visto che l’azienda fa anche comparaggio e regala congressi in località da sogno e altro ancora a medici compiacenti nel prescrivere i propri farmaci.

Fino a che punto sarà disposto ad arrivare Bruno per incrementare le vendite?

Molto in alto, andando sempre più a fondo.

Venditori corruttori e medici corrotti o comunque corruttibili: il film – discreto, come si diceva, al netto di limiti e imperfezioni – tratta un tema che sta a cuore a tutti – la salute – e quindi prende e mette paura, e si esce coi brividi addosso sperando solo che le vicende siano state volutamente calcate. Il venditore del titolo è interpretato bene da Claudio Santamaria e nel ruolo del primario oncologo – niente affatto non incorruttibile e disgustoso quanto basta – c’è Marco Travaglio, davvero bravo.

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