Alzi la mano chi non si è mai rinchiuso nella propria stanza, ascoltando e canticchiando con la testa affondata nel cuscino, una canzone… magari un brano infelice quanto noi. E questo, per non sentirsi soli.
La musica può essere una chiave di lettura, perché, se si pensa bene, una canzone può creare un insieme di eventi che hanno la capacità di suggestionare, gridando messaggi e lasciando tracce indelebili, rimuovendo così quella crosta di manifestata ignoranza che avvolge i preconcetti, abbattendo così i confini.
Questa la ragione per cui l’insegnante Liliana Olivieri, ha pensato di avviare un corso canto corale all’interno del Carcere di San Vittore … perché la musica deve far riflettere sulle difficoltà e le gioie della vita, non solo per chi le vive, ma anche per chi le interpreta.
Cantare, infatti, per noi del gruppo, può essere un modo per evadere dalla triste quotidianità, ma allo stesso tempo può aiutare a togliere una maschera … “una maschera che sa diventare nuda”, perché ci rende libere da noi stesse.
È attraverso un suono, una voce, che si può riscoprire il valore di ognuno di noi, e per lo stesso motivo, grazie a Liliana, sempre all’interno della struttura femminile, è stata promossa l’iniziativa del gruppo condivisione donna, un’altra attività culturale che ha lo scopo di dare voce alle molteplici difficoltà in particolar modo del mondo delle donne: donne che si arrendono di fronte a certe superficiali evidenze, donne vittime di violenze, donne che smettono di credere. Attraverso questi due progetti vogliamo cercare di dare vita alle storie perché sono vite che riguardano tutti … indipendentemente che siano privati o no della libertà.
Dietro una radio c’è sempre un ascoltatore: spesso si chiederà cosa c’è dietro una voce … io credo che ci sia tanta passione, tanto impegno e soprattutto tanta speranza, una speranza per contribuire a rendere una realtà, più umana, più limpida e più nostra … “insieme”.
Cinzia