Ciao a tutti,
sono Mirna, uruguayana, detenuta nel carcere di San Vittore da 5 anni.
Con questo articolo non voglio parlare di me bensì di una amica, anche lei sudamericana, e dell’incubo che sta vivendo, espiata la sua pena, qui nel carcere circondariale, da qualche mese e da allora “ospite” in un centro di identificazione per stranieri, non avendo documenti con sé.
Lei a San Vittore, ha imparato a lavorare il telaio. Noi abbiamo una cooperativa sartoriale dove alcune ragazze, durante il periodo di detenzione, imparano a lavorare i tessuti e a cucire. Qui, Maria ha scoperto una passione. Ha realizzato sciarpe che ha regalato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, una sciarpa del Milan a una delle figlie di Silvio Berlusconi.
Con le sue piccole mani riusciva a fare cose bellissime.
Maria oggi sta vegetando in un posto dove non c’è nulla da fare, mai! Solo aspettare il suo “turno” per essere rimpatriata.
Siamo in contatto tramite posta e mi racconta quanto questo “centro accoglienza” sia simile a un lager. Una volta entrati si perdono diritti e dignità.
Mi racconta quanto sia sporco, dai sanitari alle docce e a loro non è data la possibilità di pulire in quanto non gli vengono lasciati oggetti per paura che le persone li possano utilizzare per farsi del male.
La notte non si dorme. Spesso le urla di chi sta male, o di chi discute tengono svegli tutti gli altri.
L’aggressività è all’ordine del giorno e nessuna guardia interviene finché non si vede “sgorgare sangue”…
La mia amica non è particolarmente bella o femminile e questo, in quell’ambiente, sembra sia un vantaggio per le proposte indecenti che si sentono fare alle ragazze considerando poi quello che succede se queste rifiutano…
A mio parere questo è un vero e proprio abuso di potere!!
Se vuoi mangiare ti devi accontentare della mensa e di quello che offre altrimenti vivi di patatine, arachidi o uova sode. Questo è l’unico vantaggio per la mia amica: lei è sempre stata in sovrappeso ma in quest’ultimo periodo sembra stia diventando “un figurino”. Ovviamente scherzo per sdrammatizzare ma in quel posto si vive veramente male.
I volontari sono pochi ma fortunatamente qualcuno c’è e si occupa dei più bisognosi. Bravi! Bravi!
Questa situazione mi preoccupa e mi meraviglia. Potrebbe capitare anche a me una volta fuori da San Vittore.
Se abbiamo sbagliato e abbiamo pagato dovremmo avere tutti un’altra opportunità oltre ad avere diritto al rispetto.
Mi dispiace molto per Maria e per tutte le sue compagne di sventura perché passano le loro giornate in posti che non dovrebbero neanche esistere.
Ciao Mirna, prima di leggerti ho riconosciuto i tuoi begli occhi. Ciao Mirna, eri molto bella ieri sera. Le tue parole non andranno perse, qualcosa sta cambiando, tutti insieme faremo in modo che cambi. Ciao Mirna, non sentirti sola. lina
Ciao Mirna,
è stato bello conoscerti ieri sera. Ci piacerebbe che questo sito diventasse una casa accogliente e luminosa per i vostri articoli.
A presto!
alessandra
è incredibile.. purtroppo sono storie che conosco da vicino. e dopo tre anni che non lavoro al reparto femminile di San Vittore, ho riconosciuto Mirna, dal nome e dal suo paese di origine. Coraggio..qualcosa si sta muovendo. grazie a una nuova sensibilità e senso civico che parte dal basso. anche grazie a Quartieri Tranquilli.