Cinema: “Una piccola impresa meridionale” di Rocco Papaleo

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Unknown

In paese nessuno deve saperlo e così un prete spretato per amore si rifugia in un faro fatiscente  – proprietà di famiglia – a picco su un mare da sogno. Uno dopo l’altro vi chiedono asilo una prostituta in pensione, un marito cornuto, la moglie del cornuto (sorella del prete) amante della sorella dell’ex prostituta e ancora altra varia e stravagante umanità e tutti insieme appassionatamente scommettono sulla ristrutturazione del posto e su un futuro di libertà e di tolleranza: il faro diverrà un accogliente albergo e ognuno dei rifugiati troverà la sua collocazione nel mondo, veleggiando felici e redenti sul bel mare blu.

Rocco Papaleo affronta problematiche e contraddizioni con toni lievi e simpatici però la sua seconda regia si rivela un’occasione abbastanza mancata perché Una piccola impresa meridionale pur avendo una piacevole stralunatezza è molto prevedibile, ha poco  ritmo, è slegato e procede a fatica perdendosi dietro troppi personaggi.

Peccato, ma dieci con doppia lode al mare, ai colori e alla luce della Sardegna – dove è stato girato -, e appuntamento a Papaleo per il terzo film.

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