Cinema: “A Lady in Paris”, regia di Ilmar Raag

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Anne e Frida: due estoni si incontrano a Parigi. O meglio, all’inizio si scontrano.

Frida vive a Parigi da sempre dove ha condotto una vita anticonformista e ricca di passioni; Anne –  reduce da un passato difficile – è arrivata nella Ville Lumière per un lavoro di governante a casa dell’anziana conterranea. All’inizio, come si diceva, sono scintille: Frida non la vuole tra i piedi, la tratta con antipatia e freddezza invitandola a tornarsene al suo/loro paese.

Intanto Anne – dolce ma forte e ostinata – di sera si rigenera camminando e respirando l’aria frizzante di Parigi e di giorno sopporta la capricciosa e dispettosa datrice di lavoro; a sostenere Anne c’è Stéphane – ultimo e ancora affezionato amore di Frida alla ricerca di un diverso modo di starle vicino – .

Le solitudini delle due donne finiranno per incontrarsi e comprendersi e Anne e Stéphane – anche lui è solo – finiranno per innamorarsi, con la benedizione di Frida.

Delicato, raffinato, garbato, sottile, affettuoso: A Lady in Paris del regista estone Ilmar Raag è un film che conquista e si fa voler bene e molto del merito va – oltreché alla magia di Parigi – a Jeanne Moreau – ottantacinquenne charmant e con gli occhi che brillano – sublime e in parte nel ruolo di Frida,  sempre elegante e con una cascata di perle al collo dentro e fuori la bella casa zeppa di stanze e di ricordi.

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