Zamora, regia di Neri Marcoré

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Walter Vismara è un molto bravo e molto serio ragioniere trasferitosi (suo malgrado) da Vigevano a Milano – siamo negli anni Sessanta, in pieno boom economico – per andare a lavorare in una ditta il cui titolare, fissato col “folbell”, pretende che ogni impiegato partecipi con scadenza settimanale alla partitella aziendale. Walter, che ama i film impegnati, che sa rispondere a tutti i quiz di Mike Bongiorno ma che il calcio non lo segue per niente, finge di sapersela cavare come portiere, e sarà un disastro. Fondamentale l’incontro con Cavazzoni, portiere caduto in disgrazia bisognoso di denaro, il quale gli insegnerà a parare i goal e a stare al mondo. Debutta con Zamora Nerì Marcoré, una storia di formazione gentile, misurata e partecipata, piena di toni, sfumature, colori e musica, davvero bravo il protagonista Alberto Paradossi, attorno a lui c’è un gruppo di attori – Antonio Catania, Giovanni Storti, Giovanni Esposito, Giacomo Poretti, Marta Gastini, Anna Ferraioli Ravel, Pia Lanciotti, lo stesso Marcorè – affiatatissimi.

 

 

 

 

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