Amati e ascoltati negli anni Ottanta i Popcorn si sono divisi da tempo e non se la passano granché bene: Tony canta ai matrimoni e battesimi, Micky quando non beve conduce un programma di cucina, Jerry è un artista di strada e Lucky lavora in una ferramenta. Fino a quando il miliardario russo Ivanov non propone a Franco, ex impresario della band, di ritrovarli, riunirli e portarli a San Pietroburgo per un unico concerto, peraltro strapagato, in onore del suo compleanno. I quattro in un primo momento dicono di no, poi si lasciano convincere scoprendo ben presto che mentre si esibiranno ci sarà una rapina. Ma che enorme occasione sprecata: La mia banda suona il pop di Fausto Brizzi sulla carta aveva gli ingredienti giusti per essere una commedia divertente, scoppiettante e nostalgica, invece fa ridere poco, è stata scritta da otto mani ma non ha scrittura né tantomeno ritmo, mette tristezza e mortifica i cinque talentuosi interpreti – Diego Abatantuono, Christian De Sica, Angela Finocchiaro, Massimo Ghini e Paolo Rossi -, ridotti a situazioni, dialoghi e gag modeste e grossolane per non dire stantie. Almeno si esce coi motivi dei Popcorn in testa.