Nicola e Sara sono sposati da tempo, lavorano entrambi, hanno una bimba di sei anni e sono felici. Fino a che l’arrivo del secondo figlio non mette a dura prova i loro equilibri. Pensato e scritto da Mattia Torre, talento del nostro cinema scomparso prematuramente lo scorso luglio, e diretto da Giuseppe Bonito Figli racconta in otto capitoli la lotta per sopravvivere di una coppia tra ansie, aspettative, illusioni e disillusioni in un paese, il nostro, dove tutto cospira contro la genitorialità, a cominciare dalle generazioni passate – per intenderci: i nonni – oltremodo attive e impegnate e bizzarre babysitter e lo fa con toni agrodolci e momenti surreali, alcune belle trovate, una serie di situazioni in cui ci si può identificare anche se non si hanno figli, un cammeo superfluo e qualche compiacimento di troppo. Insomma, si riflette, si sorride, ma a un certo punto, quando la storia comincia a ripetersi e il ritmo a calare, inevitabile arriva la noia. Bravi Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi, bene i tanti interpreti di intorno.