Turner – un giovane attore che ha da poco pubblicato la corrispondenza, iniziata quando era un bambino peraltro contrastato da mammà e bullizzato dai compagni di classe, con John F. Donovan, stella senza grande talento della televisione americana morta dieci anni prima senza riuscire a dichiarare il suo orientamento sessuale – durante l’intervista a una giornalista dapprima scettica poi via via più presa dalla storia ripercorre lo scambio di lettere. Il caro prezzo della celebrità e la presenza di madri ingombranti, l’amore vero e quello immaginario, troppi personaggi, troppe situazioni, troppe parole, troppi andirivieni temporali, insomma c’è troppo di tutto in La mia vita con John F. Donovan, il primo film internazionale di Xavier Dolan, un contenitore delle tematiche predilette dal regista canadese troppo macchinoso e confuso per appassionare davvero.