Michele, che frequenta molto i social, è schiavo degli status symbol e non sopporta nulla che sia diverso, per fare colpo sulle donne guida un’auto di lusso di proprietà della concessionaria dove lavora e indossa una parrucca per non far vedere che è calvo. Finito a Budapest si fa rubare la macchina con dentro documenti, telefono, soldi e tutto il resto e viene scambiato per un tunisino. Il ritorno verso casa sarà costellato da solidarietà e tanto razzismo. Si appoggia tutto sulla verve comica e la gestualità di Aldo Baglio, qui senza Giovanni e Giacomo, Scappo a casa di Enrico Lando, i temi di partenza non erano male e così la scorrettezza di fondo, peccato la trama sia poverella e le battute poche e anche stereotipate.