A Leningrado, nell’estate (la Leto del titolo originale) del 1981. Mentre il rock sta esplodendo e i dischi dei divi americani arrivano di contrabbando Mike (Roman Bilyk) – già affermato musicista della scena rock underground – incontra Viktor Tsoï, musicalmente più avanti. Mike si accorge da subito del suo talento e gli fa da mentore, chiudendo peraltro gli occhi sulla crescente vicinanza tra quel ragazzo e l’ amata e inquieta moglie Natascha. Kirill Serebrennikov – ispirandosi alla storia vera della nascita dei Kino, una delle maggiori band rock e post-punk sovietiche degli anni Ottanta – ci regala Summer, malinconico e suggestivo affresco in bianco e nero con delle parentesi a colori di una generazione che non è riuscita a realizzare la tanto agognata e sognata rivoluzione sociale e personale. C’è tanta musica, ce ne è tanta in russo, c’è l’amore per il rock, c’è l’amore tra esseri umani, non è un film facile, non è un film per tutti, ed è un po’ lungo, si accomodino soprattutto i palati più cinefili, usciranno soddisfatti.