In seguito alla prematura morte del fratello la giovane violoncellista Maria torna al paese natio, dove si parla l’ormai dimenticato cimbro. Lassù tra le montagne le cose sono tutt’altro che semplici, tra problemi familiari e la monotonia del luogo che ha però un coro polifonico maschile, un tempo molto attivo, ora dall’organico ridotto ai minimi nonostante Quirino si batta per tenerlo in vita. Chi meglio di Maria potrebbe rendersi utile? E va bene, c’è poco di nuovo, il cinema è già pieno di cori per ritrovare l’armonia ma Resina – ispirato alla storia vera del coro Polifonico di Ruda – racconta una storia semplice, senza effetti speciali e con tante facce vere a cominciare da quella di Maria Roveran che al netto di qualche imperfezione funziona e si fa volere bene. Una piccola preziosa gemma da non lasciarsi sfuggire, buona visione.