Nome di donna, regia di Marco Tullio Giordana

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poster-nome-di-donnaNina (Cristiana Capotondi) – una giovane donna disoccupata con figlia a carico – trova lavoro in una residenza per anziani benestanti in un paese della Lombardia a un’ora da Milano. Il clima della clinica è sereno per non dire da favola ma dietro le rassicuranti apparenze si nascondono segreti e bugie, il capo della struttura (Valerio Binasco) è un molestatore ed è protetto dal silenzio dei suoi più stretti collaboratori nonché delle stesse colleghe di Nina, la quale inizia da sola una battaglia contro tutti e tutto. A sei anni di distanza da Romanzo di una strage Marco Tullio Giordana torna nelle sale con un tema di grande attualità, le molestie alle donne sul luogo di lavoro, ma se gli intenti sono alti, nobili e necessari – tantopiù che Nome di donna era progettato da tempo – lo è di meno lo svolgimento, piatto, didascalico, senza guizzi, scolastico, e con un taglio più adatto a una prima serata in tv.

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