Nel 2015 in Germania tornò, al cinema, Hitler. A distanza di tre anni riappare in Italia, sempre al cinema, Benito Mussolini (Massimo Popolizio, di spaventosa bravura). Il dittatore fascista ritorna nell’Italia di oggi, ritrovandola ignorante come e più di come l’aveva lasciata, incontra Andrea Canaletti (Frank Matano), ingenuo regista in cerca d’autore e successo impegnato nella realizzazione di un documentario su dei bambini immigrati ma in un battibaleno intrigato dal girarne uno su Mussolini, credendo di avere tra le mani il sosia perfetto, perdipiù assai calato nella parte. Il duce diventa una superstar della tv, una candid camera dimostra quanto il soggetto sia ancora dentro l’inconscio della Nazione, e il tutto – pur suscitando in sala divertimento – allarma, preoccupa, mette i brividi e sconfina nell’ambiguità.