A dieci anni di distanza dall’ultima regia Stanley Tucci torna per la quinta volta dietro la macchina da presa e lo fa per raccontare gli ultimi due anni di vita di Alberto Giacometti, chiamato a dipingere, nella Parigi del 1964, il ritratto del giovane scrittore e critico d’arte americano James Lord – che sull’esperienza ha scritto Un ritratto di Giacometti, pubblicato da Nottetempo -. I sette giorni inizialmente previsti non bastano, i tempi continuano ad allungarsi, Mr.Lord mantiene il controllo e posticipa più volte il biglietto di ritorno, ma Giacometti proprio non riesce a concludere l’opera – peraltro l’ultima -, distratto com’è dalla moglie, dall’amante ma prima di tutto dall’insoddisfazione e Final Portrait – L’arte di essere amici, diario di quelle diciotto sedute nell’atelier scrostato di Giacometti, intervallate da battute, sigarette, tormenti, giri in macchina, è un ritratto d’artista suggestivo nonostante qualche cliché.