L’anatomopatologa Adriana (Giovanna Mezzogiorno) e il sommozzatore Andrea (Alessandro Borghi) si incontrano una sera a una festa, trascorrono una notte di passione e si danno appuntamento per l’indomani al Museo Archeologico. Si ri-incontreranno ma all’obitorio e per Giovanna sarà l’inizio di un vortice nel quale si alternano assai pericolosamente realtà e immaginazione, verità e menzogna, misteri, rimozioni, ricordi, passato e presente, il tutto tra varia e colorata umanità soprattutto femminile e all’interno di un fondale d’eccellenza, Napoli, fatto di ombre, gioia, dolore, ambiguità, culti e rituali pittoreschi tra scale sinuose, case antiche e moderne, metropolitane, vicoli avvolgenti, palazzi eleganti, piazze, chiostri, cappelle e altre grandi bellezze. Un po’ mistery, un po’ melodramma, un po’ telenovela, Napoli velata di Ferzan Ozpetek è un film schiacciato da un eccesso di ambizioni e debordante rimandi, simboli e metafore dove il regista dissemina ingredienti, generi, intrecci nonché colpi di scena senza però riuscire ad amalgamarli, mentre inesorabile sopraggiunge la noia…