Domenico Greco, attore teatrale di costante insuccesso e indebitato fino al collo, è molto affezionato ad Antonio, il nipote di nove anni malato di cuore che soltanto un’ operazione molto costosa e in America potrebbe salvare. La storia si svolge a Napoli quindi San Gennaro aiutali tu, Domenico e la cognata Rosetta non perdono tempo e chiedono al Santo patrono l’autorizzazione a rubare un pezzo del celebre tesoro, autorizzazione che arriva dando così inizio a una caccia al tesoro tra il capoluogo partenopeo, Torino e Cannes cui si uniranno Ferdinando, marito separato e senza un soldo, suo figlio Gennarino e anche Cesare e Claudia, due ladri professionisti arrivati da Roma. Ispirandosi all’indimenticata Operazione San Gennaro del maestro Dino Risi i Vanzina confezionano Caccia al tesoro, una commedia leggera e mai volgare con situazioni che però non divertono granché e dove peraltro si ride troppo poco, un vero peccato tenuto conto delle grandi capacità e del mestiere dei fratelli romani nonché della bravura e della simpatia di tutti gli interpreti a disposizione, a iniziare da Vincenzo Salemme e Carlo Buccirosso, per l’occasione di nuovo insieme come ai vecchi tempi.
“Totò e Peppino più di cinquant’ anni dopo”
Prima di girare una scena Totò e Peppino De Filippo si chiudevano nel loro camerino per provare e riprovare la sequenza compresi anche i movimenti fisici da effettuare con una sincronia perfetta. Nessuna improvvisazione, ma tanto mestiere e talento per la coppia più celebre del cinema italiano. Vedendo all’ opera Vincenzo Salemme e Carlo Buccirosso sprecata da una sceneggiatura modesta, ci si chiede perchè i fratelli Vanzina che pure sono cresciuti a pane e cinema (a casa loro il padre Steno, grande regista della commedia italiana, riceveva continuamente amici e colleghi), abbiano paura di alzare l’ asticella e realizzare film qualitativamente più alti. Un vero peccato per uno sceneggiatore e un regista che conoscono bene il loro mestiere. Cari Vanzina non è mai troppo tardi. Aspettiamo fiduciosi !