Un tempo Paul (Antonio Banderas) era un discreto scrittore, ora è in crisi di ispirazione, dipende dall’alcool e vive in una baita isolata tra i monti del Colorado. Ma un giorno, in seguito a una rissa stradale, incontra Jack (Jonathan Rhys Meyers), un tipo parecchio curioso peraltro appena uscito di galera, il quale si offre, in cambio di ospitalità, di aiutarlo a ritrovare una storia da raccontare. Intanto si sono perse le tracce di una donna, ancora un’altra, e la polizia indaga temendo il peggio… Vietatissimo rivelare altro di questo thriller psicologico, andate a scoprirlo in sala, Black Butterfly non è nulla di eccezionale, ma chi ama il genere e non ha troppe pretese se lo gusterà fino alla fine.
“Attenti alla vecchia macchina da scrivere…”
Benchè accolto dalla stampa tiepidamente il film non è affatto sgradevole e contiene un indizio importante che vedrete a film iniziato, una macchina da scrivere, ma altro non possiamo dire per non infrangere le regole ferree della critica cinematografica cheimpongono il silenzio sulla fine della storia. Hitchcock aveva inventato il celebre MacGuffin, un’espressione nata da una storiella a proposito di due uomini su di un treno inglese, uno dei quali chiede all’altro “Che c’è in quel pacco sopra la reticella?”,”Oh, è un MacGuffin” “Che diavolo è un MacGuffin” chiede il primo “è un apparecchio per catturare leoni sugli altopiani scozzesi” “Ma non esistono leoni sugli altopiani scozzesi” e l’altro risponde “Allora non è un MacGuffin”.
Così questo indizio è importante, ma non determinante.
Detto questo se amate il thriller non sarete delusi, MacGuffin permettendo…..