Sulla Corniche Kennedy che abbraccia un tratto di scogliera di Marsiglia, laddove si affacciano ville di lusso, un gruppo di ragazzi mediorentali di periferia ciascuno col suo disagio sulle spalle sfida i divieti e la polizia con delle gare di tuffi pericolosi, aldilà di ogni prudenza e di ogni gravità. Il tuffo non è un tuffo e basta, è una maniera per non pensare alle cose brutte per qualche ora e per tenerle a distanza, è una forma di contatto. Un giorno si infila tra di loro Suzanne, ragazza borghese che prima viene trattata in malo modo e allontanata, poi viene accettata e inizia ad amoreggiare in contemporanea con due dei ragazzi, uno dei quali è coinvolto in un traffico di droga. Brilla da oggi nelle sale Corniche Kennedy di Dominique Cabrera, un concentrato di sensibilità e delicatezza sulla libertà e la bellezza di una stagione della vita, consumata da quei ragazzi su quel tratto della strada panoramica di Marsiglia.
Mare, sole ed emarginazione”
I ghetti, la miseria, l’esclusione sono il brodo di cottura che favorisce l’adesione di molti giovani arabi in Francia al fanatismo terroristico. Ce lo conferma questo film che ci mostra giovani della Marsiglia più povera in cerca di emozioni e conforto alla loro condizione socia disagiata pronti a lanciarsi pericolosamente da una scogliera in mare. Girato con lo stile di un documentario “Corniche Kennedy” è un ritratto delicato e sensibile della gioventù più sfortunata e uno stimolo a cambiare le cose per chi ha il potere decisionale di governare…..