Il permesso – 48 ore fuori, regia di Claudio Amendola

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poster-permesso-48-ore-fuori-ilDura 48 ore il permesso concesso a quattro carcerati, prima di (non) ritornare nel carcere di Civitavecchia. Nel corso delle ore di libera uscita i quattro cercano di ritrovare un contatto con quel che avevano lasciato in sospeso fuori prima di finire dentro. Donato (Luca Argentero) si mette sulle tracce della moglie scomparsa ricadendo nel giro negli incontri di boxe clandestini, Luigi (Claudio Amendola) cerca di salvare il figlio dal malaffare, Rossana (Valentina Bellè) e Angelo (Giacomo Ferrara), di estrazione sociale opposta, sognano un futuro diverso… Dopo La mossa del pinguino Claudio Amendola torna alla regia con un film molto nero di ambientazione romana scritto assieme a Roberto Iannone e Giancarlo De Cataldo, le atmosfere, l’alternanza e l’intreccio delle quattro storie e dei quattro destini sono costruiti con partecipazione e passione e denotano la buona qualità della stoffa di Amendola, al netto di qualche imperfezione e dell’eccessiva colonna sonora.

Un pensiero su “Il permesso – 48 ore fuori, regia di Claudio Amendola

  1. pierfranco bianchetti

    “Il cinema di genere questo sconosciuto!”
    C’erano una volta nel cinema italiano i cosiddetti film di genere, commedie, gialli, storici, avventure che riempivano le sale quando queste erano piuttosto affollate. Poi i registi hanno deciso di essere tutti autori con la A maiuscola come Fellini, Visconti, De Sica, ecc. Ovviamente non è stato così perchè nessuno nasce genio! In America le produzioni di genere ci sono ancora, ma le fanno solo le televisioni con dei prodotti di alto livello nella sceneggiatura, nella recitazione, nella regia. Da noi la tv sta cercando di darsi da far con le fiction recuperando il tempo perduto. Perciò ben vengano i film come quello di Amendola, magari non eccelso però in grado di catturare l’interesse dello spettatore. Non demonizziamo queste produzioni ed evitiamo di fare il tiro al piattello, uno sport spesso praticato da una buona parte della critica di casa nostra. Per favore!

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