Beata ignoranza, regia di Massimiliano Bruno

di

locandinaErnesto (Marco Giallini) è un tipo solitario, è un ipoconnesso cronico dotato di cellulare di primissima generazione, di sera legge classici, di giorno insegna italiano e in classe pretende che i suoi alunni usino i libri di testo. Filippo (Alessandro Gassmann) è il suo opposto, è un progressista iperconvinto, iperconnesso e piacione, insegna matematica senza conoscerla e in classe permette che i suoi alunni scarichino le soluzioni dalla rete, in nome di una beata ignoranza. I due – un tempo amici, poi nemici – si ritrovano a insegnare nello stesso liceo dove – a seguito di una serie di eventi – sono costretti a scambiarsi i ruoli, Ernesto dovrà familiarizzare col mondo virtuale, l’altro dovrà farne a meno, e l’esperienza rimetterà in discussione vite e sicurezze di entrambi. E’ buono lo spunto di Beata ignoranza sulla comunicazione contemporanea con il conseguente scambio di dipendenze, sono sempre affiatati i due protagonisti al terzo film insieme – Marco Giallini supera Alessandro Gassmann -, se la cavano bene alcuni comprimari, peccato che l’idea di partenza non venga sviluppata con soddisfazione e ritmo e che strafacendo la commedia scivoli su luoghi comuni e varie ovvietà e ripieghi troppo su faccende sentimentali.

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