Dopo dodici anni di lontananza Louis (Gaspar Ulliel) torna a casa per annunciare la sua morte imminente. Qui trova una famiglia parecchio disfunzionale composta dalla mamma (Nathalie Baye) impreparata ad accoglierlo, dalla sorella minore Suzanne (Léa Seydoux) che non ha visto crescere, dal fratello maggiore Antoine (Vincent Cassel) che si sente minacciato dall’arrivo di colui che gli rubò attenzioni e dalla cognata Catherine (Marion Cotillard), una donna incerta e balbuziente. Come reagiranno alla visita del figliol prodigo? Parlando tutti insieme e parlandosi addosso, l’uno sull’altro, in un gioco al massacro di prevaricazioni, sopraffazioni e recriminazioni che invece di incoraggiare la comunicazione la stoppa del tutto, intanto Louis – che qualche ora dopo farà dietro front – sceglie di tacere, lasciando tutti all’oscuro dalla fine del suo mondo, soli e sofferenti.
Riecco Xavier Dolan, rieccolo alle prese con un affresco cinico e disperato della follia familiare, il cast è stellare, i dialoghi sono lunghi per non dire eterni, ci sono primi piani in abbondanza, continui flash back per mostrare l’origine dei risentimenti e molta musica, il regista canadese si sente decisamente a suo agio e un poco ci sguazza, il pubblico si divide tra chi prende e chi lascia…