Edward Snowden (Joseph Gordon Lewitt) era un giovane americano desideroso soltanto di servire il suo Paese, avrebbe voluto entrare nei corpi speciali, ma niente da fare, non aveva il fisico e non fu ammesso, e allora si arruolò come esperto di computer al National Security Agency. Lì – date le sue ottime capacità – fece carriera, rendendosi però conto che il governo americano si intrufolava dentro la vita elettronica, non solo dei potenziali nemici dello stato ma anche dei comuni e mortalissimi cittadini, violandone la libertà. Snowden, chiuso nella stanza di un albergo di Hong Kong, nel giugno 2013 rivelò il sistema scoperto alla regista Laura Poitras e a due giornalisti: riecco Oliver Stone, rieccolo con Snowden dove, partendo giusto dalla rivelazione di Hong Kong, il regista riannoda i fili della nota vicenda, torna indietro e la racconta dagli inizi con ritmo incalzante – chi è poco pratico di sigle, acronimi e software si sentirà perduto – seminando tematiche, domande e qualche traccia di retorica e facendo ben comprendere da che parte sta.