Stefania Montani
Qual è il suo quartiere?
Io abito da sempre in piazza Repubblica: ci sono nata!
Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
E’ un quartiere caratterizzato da grandi spazi, tanti mezzi di trasporto (tram, metro, passante ferroviario, a pochi passi dalla Stazione Centrale), molto verde (giardini pubblici, aiuole molto ben curate), scuole, asili, un ospedale funzionante, palestre. Nonostante sia al limite dell’area C, è abbastanza facile trovare parcheggio. Ci si vive bene.
Chi vi abita si riconosce in lui?
Penso che gli abitanti ne riconoscano la facilità di vita.
Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Una bella storia di solidarietà del mio quartiere, che mi fa piacere raccontare, è quella del poliambulatorio di via Bertoni, creato nel 2004 dalla Fondazione Fratelli di San Francesco su iniziativa del professor Sirchia, col supporto della Fondazione Cariplo e del Banco Farmaceutico. Qui, tutti i giorni, si alternano medici volontari di varie specializzazioni (cardiologo, ginecologo, endocrinologo, dentista, psicologo, dietologo, pediatra ecc) che prestano servizio gratuitamente per visitare e curare le persone senza fissa dimora, anziani, emarginati, indigenti, extracomunitari.
In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
In questi anni sono sorti tanti grattacieli che hanno cambiato il panorama, dando una “sferzata” di gioventù alla zona. E’ qui che un anno fa è stato inaugurato il primo supermercato aperto 24 ore su 24. Ci sono tanti servizi comodi, posta, negozi, bar per tutti i gusti. E in corso di Porta Nuova una libreria fornitissima (rara di questi tempi!) sia per adulti che per bambini.
Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
La velocità delle auto che causano spesso incidenti gravi.
Quali sono le cose belle?
Ampi spazi, giardini, verde ben curato, negozi.
C’è un mercato e lei ci va?
Ci sono tre mercati settimanali molto ben forniti, uno sui Bastioni il sabato mattina, due in piazza san Marco il lunedì e il giovedì. E poi la Fiera dell’Angelo o dei fiori, che coinvolge tutte le strade del quartiere il lunedì di Pasqua.
Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Io penso che il Comune lavori bene per la città. Non sono d’accordo con l’assessore Maran per le scelte fatte sulla circolazione in varie zone della città (per fortuna noi siamo indenni per il momento) che complicano anziché rendere più fluido il traffico. Per non parlare delle piste ciclabili assurde “nel nulla” e dei cordoli anche pericolosi. Vedi via Verdi…
C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Sicuramente i difetti principali sono due:
–quando piove è quasi impossibile attraversare la piazza perché immediatamente si allaga. Sembra di essere a Venezia… Purtroppo nonostante le proteste degli abitanti di zona, nulla è stato fatto da tempo immemorabile. Non so se sia un problema di falda o di tombini.
–Il secondo difetto è l’attraversamento da viale Monte Santo verso via Galileo Galilei. Le auto arrivano sparate dai bastioni e, se trovano il semaforo verde all’altezza dell’Ospedale Fatebenefratelli, non riescono a frenare dopo la curva. Io sono stata investita nel 2010 e per fortuna me la sono cavata con 6 mesi di sedia a rotelle e stampelle. Ma altre persone ci hanno lasciato la pelle. Bisognerebbe fare qualcosa, creare una rotonda per costringere le auto a rallentare (ci sono 6 vie che confluiscono in un unico punto), mettere dei dossi. E’ un problema grave che andrebbe davvero affrontato.
Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Le aree verdi sono parecchie e da una decina d’anni anche ben curate. So che c’è un’associazione che vorrebbe piantare degli alberi lungo i marciapiedi di corso di Porta Nuova e sul sagrato della chiesa di Sant’Angelo, ma non so a che punto siano le trattative.
Lei fai qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Partecipo due volte all’anno a una fiera per raccogliere fondi per il centro di accoglienza San Marco, che ospita e cerca di inserire nella vita lavorativa della città le persone emarginate. Poi collaboro con una fondazione che sostiene l’artigianato, sempre in questa zona.