La casa delle estati lontane, regia di Shirel Amitay

di

casa atNel 1995, ad Atlit, vicino Tel Aviv.

Tre sorelle (interpretate da Géraldine Nakache, Yael Abecassis e Judith Chemla: brave) residenti altrove si riuniscono per vendere la casa di famiglia dove hanno trascorso tante estati con i genitori, morti entrambi. Il giardino è pieno di erbacce, l’interno è malridotto, solo il fascino è rimasto intatto, e i giorni di convivenza obbligata fanno riemergere antiche rivalità e molte incomprensioni, mentre invadenti e ingombranti apparizioni si palesano rievocando il passato… Ma quando il 4 novembre l’assassinio di Yitzhak Rabin interrompe i sogni di pace, è come se l’equilibrio, l’accordo raggiunto e l’armonia ritrovata tra Darel, Calì e Asia non cancellino la speranza.

La casa delle estati lontane racconta una storia agrodolce sullo sfondo della Storia, il risultato è imperfetto anche per la presenza – come già ricordato – di troppi fantasmi, inoltre il doppiaggio di sicuro non giova, ma si respira un importante messaggio di pace.

 

 

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