La pazza gioia, regia di Paolo Virzì

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pazzaBel film l’ultimo film di Paolo Virzì che racconta la fuga di pochi giorni di due donne da Villa Biondi, la comunità psichiatrica che le ospita. Una si chiama Beatrice, è la ricca e raffinata moglie di un facoltoso avvocato e parla parla parla di continuo, l’altra è Donatella, è una donna fragile, depressa e tormentata, fisicamente quasi invisibile e tutta tatuata, lasciata sola da madre e padre e annientata dal ricordo del suo bambino, ora dato in adozione a una famiglia.

C’è vita, c’è speranza, c’è soprattutto disperazione,  insomma c’è tanto e forse troppo dentro La pazza gioia – una sfoltita di venti minuti avrebbe giovato al film, qualche passaggio appare forzato, altri li avevamo capiti e non c’era quindi bisogno di spiegarli – ma è impossibile non partecipare alla storia e non affezionarsi a queste due donne, anime diversamente ferite e ugualmente fragili, e poi Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti regalano due interpretazioni che lasciano il segno.

 

Un pensiero su “La pazza gioia, regia di Paolo Virzì

  1. pierfranco bianchetti

    ” Da vicino nessuno è normale!”
    Beatrice e Donatella, le due protagoniste del bellissimo film di Virzì rappresentano un aspetto della natura umana che nessuno è mai riuscito fino ad ora svelare. Quale è la linea sottile tra la normalità e la diversità, l’originalità, la bizzaria del comportamento umano? Chi stabilisce quando siamo matti o solo strani?
    E poi ognuno reagisce al dolore diversamente ed è difficile capire quale sia la strada giusta. E’ quanto succede a Beatrice che da signora alto borghese finisce per diventare una bordeline o Donatella, ragazza fragile con una famiglia di origine disastrata alle spalle (l’incontro con il padre Marco Messeri fa venire i brividi) che forse più giustificatamente vede crollare il suo equilibrio psichico.
    Emozione, commozione, tristezza, ma anche gioia sono gli ingredienti di “La pazza gioia” già venduto in molti paesi nel mondo.
    Forza e coraggio cinema italiano. Il futuro potrebbe essere roseo, “in sala in sala”…..

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