Perry (Ewan McGregor) insegna poetica all’università, la moglie Gail (Naomi Harris) è avvocato, i due sono in vacanza a Marrakech per ritrovare l’amore perduto ma l’ incontro al ristorante con un russo tutto tatuato (Stellan Skarsgård, che si prende da subito la scena) travolge i loro incastrandoli al centro di un intrigo internazionale tra mafia russa e servizi segreti inglesi: riecco un’altra trasposizione cinematografica di un libro di John Le Carré, ecco Il traditore tipo dove però a una storia non verosimile va aggiunta una messa in scena prevedibile senza grandi guizzi né grande tensione né grandi atmosfere.
“John Le Carré lo scrittore che venne dal freddo”
E’ uno dei romanzieri di spy story più amati John LeCarré.
Il suo libro “La spia che venne dal freddo” e l’ omonimo film da cui è tratto di Martin Ritt andrebbero riletti e rivisti regolarmente. Il suo mondo è quello delle spie arido e cinico e il potere (quello del suo paese la Gran Bretagna) è sempre pronto a commettere ogni genere di sopruso per mantenersi a galla. Anche in questo film “c’è del marcio di Danimarca” per citare Shakespeare perchè un gruppo di deputati del governo di Sua Maestà si sono fatti corrompere da un boss russo ricchissimo e “fetente” per aprire una banca a Londra nella quale riciclare il denaro sporco.
Ewan McGregor, il protagonista con i capelli lunghi da taro hippy e lo sguardo attonito ci pare fuori parte. L’inizio del film è a Marrakech, forse un omaggio a Hitchcock di ” L’ uomo che sapeva troppo”?, ma poi la storia non decolla nonostante l’ impegno dell’ antagonista Stellan Skargard. Alla fine un po’ ci si annoia.
Caro LeCarrè (anche produttore della pellicola) sarà per la prossima volta…..