“Il quartiere delle chiese scomparse”: il Cappuccio – Giovanna Majno

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QT Giovanna Majno Giovanna Majno

Qual è il suo quartiere?
Abito in zona 1, tra sant’Ambrogio, via Lanzone, via Torino.

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
No, non penso abbia una identità precisa. Tutto è molto “ognuno per sé. L’associazione 5Vie (http://www.5vie.it) propone e organizza molte iniziative e proposte di “strade aperte”. L’identità è data solo dall’essere parte del centro storico della città.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Non credo. È una zona piuttosto individualista. So che l’oratorio di Sant’Ambrogio è un centro attivo, con attività educative, doposcuola gratuito, sportello di ascolto, camere di accoglienza per bisognosi. Molte persone della zona partecipano.

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
La zona può essere chiamata il “quartiere delle chiese scomparse”. Nel Medioevo in tutta l’area intorno a Sant’Ambrogio furono man mano costruiti numerosi conventi. Dal XVIII secolo molti furono abbattuti per far luogo a eleganti case sette-ottocentesche. Ci sono ancora il Monastero Maggiore, affacciato su Corso Magenta, le torri di via Brisa, il chiostro quattrocentesco di via Cappuccio 7, alcune case medievali sempre in via Cappuccio, quello che resta (dopo i bombardamenti) del palazzo Borromeo in piazza Borromeo. Voglio ricordare le nove streghe bruciate in piazza Vetra durante l’episcopato di Federico Borromeo, tra il 1595 e il 1631. L’Inquisizione a Milano ha causato questi terribili episodi, non certo unici.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
È più pulito, bene essere in zona C, il traffico è diminuito. Ci sono nuovi sensi di marcia per le auto, più razionali.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Non c’è molto rumore, è solo sfiorato dalla movida (alle Colonne di San Lorenzo), il traffico con la zona C è migliorato. Certo non è attraversato da mezzi di trasporto, ma le fermate di MM1 e MM2 sono a 5 minuti a piedi (Cordusio, Cadorna, Santambrogio) e vicini sono i mezzi pubblici (tram e autobus in corso Magenta)

Quali sono le cose belle?
Siamo nel cuore della vecchia Milano, con edifici medioevali, belle case ottocentesche, cortili eleganti, giardini nascosti. L’associazione Dimore Storiche (http://dimorestoricheitaliane.it) e l’associazione 5Vie organizzano a volte “aperture” di luoghi, altrimenti non accessibili. Queste aperture hanno sempre molto successo.

C’è un mercato e lei ci va?
Non c’è un mercato nella zona, io vado in quello di via Calatafimi, 5 minuti in bicicletta

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Penso che nel periodo della giunta Pisapia la città si sia trasformata in modo molto positivo, l’Expo ha fatto da traino. Certo, bisogna continuare.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Favorire l’uso della bicicletta. Curare l’arredo urbano, soprattutto intorno alle scuole che sono numerose (Liceo Manzoni, Liceo Tito Livio, Istituto Carlo Bazzi, Scuole medie e elementari)

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Ci sono piccoli giardini sparsi (molto particolare quello di via Terraggio, cui si accede da un portone). Ci affacciamo sui giardini di piazzale Vetra.

Lei fai qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Ho firmato petizioni, ho partecipato alla manifestazione “Cortili aperti”. Ho molti altri impegni e un altro spazio non è facile da trovare. Sarei disponibile su precise iniziative che condivido.

 

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Informazioni su Letizia Rittatore Vonwiller

Letizia Rittatore Vonwiller ha scritto e scrive per varie testate del gruppo Rizzoli (Io Donna, Casamica, Amica), occupandosi di attualità, arte, libri e bellezza. L'opportunità di lavorare per la bellezza le ha fatto scoprire un mondo affascinante. È convinta, come Dostoevskij, che "la bellezza salverà il mondo".

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