“Il mio quartiere”: fra Moscova e Porta Volta – Stella Pende

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© pigi cipelli stella pende

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stella pende

Stella Pende, giornalista e inviata tv (nella foto sopra, a Bagdad)

Qual è il suo quartiere?
Abito in una piazzetta minima alla fine di via Moscova. Il mio è un quartiere di frontiera. Da una parte Brera e dall’altra il quartiere Porta Volta.

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Per questa sua caratteristica non si può fare una tac precisa del nostro quartiere. Sui Bastioni di Porta Volta, che si affacciano sul ghetto cinese, si respira un’aria cino\popolare. Anche se il molto gettonato “atm” (locale-disco condito di terrazza panoramica che affaccia, a destra, dell’Arena e, a sinistra, sul fumoso capolinea degli autobus) è meta di ragazzi “di vita” e di grandi spolveri. Via Volta, invece, ha già rapito da un pezzo il sapore modaiolo e giovanilese di Brera. I negozi sono up to date, originali e ricchi, i caffè, come il Radesky, pullulano di modelle di bellezze inquietanti, di grandi fusti, ma pure di giornalisti di fama e di fame….

Chi vi abita si riconosce in lui?
Rispettando sempre la divisione di frontiera, direi che i cittadini del quartiere si dividono in nostalgici dei “vecchi tempi” (le famiglie che abitano da 50 anni nelle molte case di ringhiera, compresa la mia) e i nuovi arrivati, che possono sfiorare la sofisticazione più sublime. Come i proprietari del negozio degli incantati tappeti di Altai.

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Quando ho comprato la mia casa, ormai quasi 30 anni fa, davanti a me c’era un’osteria che aveva il nome di un mio vicino di casa: “da Flavio”. Ravioli e cotoletta costavano non più di duemila lire. Oggi, nello stesso luogo, brillano le vetrine con gli elefanti d’oro zecchino di Serendib, ristorante orientale che offre prelibatezze srilankesi.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Il quartiere ha cambiato letteralmente pelle. una volta era davvero popolare oggi è una macedonia di genti.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Direi la movida. a cominciare dal giovedì sera. Quelli che hanno le finestre sulla strada possono davvero rinunciare al sonno e ai sogni.

Quali sono le cose belle?
La partecipazione alla vita che fiorisce dopo tanti anni con coloro che ti abitano vicino. Non posso fare mezzo metro senza incontrare qualcuno che mi chieda come vanno i miei viaggi o come sta il figlio. I milanesi sono tutti dentro, come la loro città. Cammini per strada e vedi queste case talvolta troppo severe. Poi varchi i portoni e scopri cortili magici e giardini con gli alberi di aranci. I romani invece sono tutti fuori come la sfacciata bellezza di Roma. Poi entri nelle case e trovi “i bacarozzi”.

C’è un mercato e lei ci va?
Ho due mercati. Quello del sabato sui Bastioni, in piazza XXV Aprile, più casalingo e alla buona. Quello di piazza San Marco il lunedì e il giovedì, dove ho comprato negli ultimi anni le più belle scarpe con tacco 15 che possiedo. Per non parlare dei formaggi di Stelvio.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Dovrebbe occuparsi di più delle strade e aprire un consultorio di analisi per alcuni agenti della sosta che stanno appostati come gli apaches dietro angoli e auto. I vigili di quartiere in compenso sono affettuosi e comprensivi.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
I consigli sono compresi nel pacchetto difetti.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
L’area verde è il parco Sempione che è il mio lunapark di ogni giorno. Amo gli animali e possiedo due cani, oggi quasi tre (Geppetto sta per arrivare dal canile di Bari). Dunque il parco è la mia meta favorita e ha visto nascere amicizie infrangibili.

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