Lo chiamavano Jeeg Robot, regia di Gabriele Mainetti

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lo-chiamavano-jeeg-robot-poster1Tor Bella Monaca, periferia degradata di Roma: Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) è un  delinquente introverso, un po’ selvaggio e triste, vive in una casa squallida, si nutre di budini alla vaniglia, guarda dvd porno e sopravvive grazie a piccoli furti. Un giorno entra in contatto con una sostanza radioattiva contenuta in un barile abbandonato in fondo al Tevere e si ritrova addosso una forza strabiliante e sovrannaturale ma l’incontro con Alessia (Ilenia Pastorelli) – una ragazza piena di problemi, fragilità e squilibri ma anche di innocenza e sogni, appassionata del fumetto giapponese Jeeg Robot d’acciaio – lo metterà in crisi e lo porterà a trasferire i superpoteri acquisiti a servizio del bene.

Lo chiamavano Jeeg Robot – opera prima di Gabriele Mainetti, scritta con Nicola Guaglianone e Roberto Marchionni – è una storia di fantasia divertente e tragica trapiantata nella realtà contemporanea cruda, truce e nera tra criminali folli, oscilla e amalgama diversi generi, è costruita con cura, è ricca di invenzioni, freschezza, originalità e intuizioni, Claudio Santamaria e Luca Marinelli sono bravissimi, Ilenia Pastorelli è una vera scoperta, tutti gli altri interpreti funzionano alla perfezione, insomma si resta inchiodati alla poltrona dall’inizio alla fine.

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