Riecco il rifacimento di un film di culto, ecco Point Break di Ericson Core, remake dell’omonimo film di Kate Bigelow del 1991, riecco quindi Johnny Utah (ieri Keanu Reeves, oggi Luke Bracey), appassionato di sport estremissimi che si arruola nell’FBI dopo la morte di un amico infiltrandosi così nella banda di atleti guidata da Bodhi (allora Patrick Swayze, oggi Edgar Ramirez) sospettata di organizzare azioni criminali dal grande impatto spettacolare ai danni di multinazionali.
Snowboard, free climbing, skydiving, paracadutismo, onde gigantesche, neve fresca, vertigini, motocross… le acrobazie sportive sono incredibili, adrenaliniche, oltre ogni limite e in giro per mezzo mondo, gli atleti sono dei belloni biondi o bruni, molto barbuti e molto tatuati, ma oltre questo c’è il vuoto, la storia dov’è? La risposta è semplice semplice, non c’è.
” Vite sospese e inutili”
L’ affermazione finale di Ilaria riassume tutta l’ inutilità del film. Belli, inespressivi, atletici sono i protagonisti, ma mi domando perchè realizzare un lungometraggio su di un tema e su delle immagini che vediamo regolarmente su You tube o in tv in quelle trasmissioni tipo “Il pericolo è il mio mestiere”. I lettori giovani non sanno neanche cosa sia questo programma degli anni Cinquanta e Sessanta di grande successo. Allora il pubblico era ancora vergine nel senso dell’ immaginazione e perciò certe professioni rischiose affascinavano, ma oggi ci fanno solo dormire. Che barba. Perchè qualcuno vuole uccidere il cinema ? Dal film si astengano per favore soprattutto coloro che soffrono di vertigini….Gli altri dormano pure se le poltrone del cinema sono comode……..