L’ex agente dell’Fbi Ray Kasten sta ricercando da tredici anni l’assassino della figlia della collega Jess (Julia Roberts) e quando è certo di esserne sulle tracce va da Irene (Nicole Kidman), un tempo amata e nel frattempo diventata vice procuratore distrettuale. Ma le cose non stanno proprio come sembra e la realtà nonché la verità è molto molto diversa…
Ecco Il segreto dei suoi occhi made in Usa che riadatta l’omonimo film argentino di Juan José Campanella di qualche anno fa – su un caso risalente agli anni Settanta di una donna violentata – alla guerra contro il terrorismo islamico dopo l’11 settembre, affidandosi a un cast stellare di richiamo: chi ha visto l’originale pur interrogandosi sui motivi dell’operazione probabilmente andrà a vederlo restando deluso e scontento da una storia parecchio immobile, monotona, lenta e pure faticosa da seguire dove passato e presente si intersecano di continuo e dove la diversa pettinatura di Nicole Kidman aiuta – non sempre, però – a non confondersi; chi invece non ha visto El Secreto de Sus Ojos (un consiglio: lo recuperi) potrebbe pure trovare il rifacimento americano passabile, chissà, personalmente rientro tra chi vide e amò il film argentino, e poi Ricardo Darín è Ricardo Darín e non è Chiwetel Ejiofor…
“Perchè il remake?”
Non capisco come mai si voglia a tutti i costi rifare un classico di qualità che ha avuto successo e riprenderlo in salsa hollywoodiana. E’come cucinare un piatto tipico di un paese, ma servirlo nella versione yankée con patatine e hamburger.
Non ha senso.
A meno che gli sceneggiatori americani, pur bravissimi, qualche volta siano affetti da una pigrizia cronica.
E’il caso di questo film che nell’ originale è ambientato in un contesto storico diverso: il colpo di stato dei militari e il regime autoritario instaurato in Argentina dal 1977 al 1983.
Questo remake pur girato bene e con ritmo manca di quel sapore e di quell’atmosfera che servono per incutere nello spettatore un senso di strisciante di paura e solitudine.
Anche la storia d’amore tra i due protagonisti della prima pellicola è molto più sofferente e romantica della versione diretta da Billy Ray.
Per non parlare della fatica già citata da Ilaria nella quale si è costretti da un montaggio serrato e complicato narrativamente tra passato e presente. Che peccato…..