Una sera come tante una coppia genere generone romano – entrambi medici e nel mezzo di una crisi matrimoniale causata dal tradimento di lui – piomba nell’attico dei cari amici Vanni e Linda – genere intellighenzia di sinistra, scrittore lui, collaboratrice silenziosa ai suoi romanzi lei – e li coinvolge in un gioco al massacro che prosegue fino al mattino tra rivelazioni, recriminazioni, crudeltà e tanto veleno facendo affiorare rancori inaspettati anche nei due intellettuali apparentemente felici e innamorati nonché intenti a contenere la rabbia di Alfredo e Costanza per tutta la lunga notte. Quale coppia resterà in piedi? quale scoppierà? e chi sceglierà di andarsene?
Dobbiamo parlare è una sorta di Carnage alla vaccinara con quattro interpreti (Fabrizio Bentivoglio e Maria Pia Calzone sono i due medici, Sergio Rubini e Isabella Ragonese formano la coppia di intellettuali) affiatati (hanno recitato il testo a teatro, e si vede), un meccanismo scorrevole e ben oliato che fa ridere abbastanza anche se alla fine un po’ sfinisce e poi il milanese Bentivoglio alle prese col romanesco ha qualcosa di stonato.
“Metti una sera a cena….”
Un elegante appartamento, caffè e liquori assortiti con dolci e salatini e coppie di amici che passano insieme una bella e serena serata.
Però il teatro e il cinema ci insegnano che non sempre le cose vanno in questo modo. Nel recente “Il nome del figlio” di Francesca Archibugi un agente immobiliare e un’ aspirante scrittrice durante una cena annunciano il nome del loro figlio in gestazione scatenando una serie di equivoci, segreti, rancori tra amici e parenti.
Poi tutto tornerà al suo posto….
Molto più famoso “Chi ha paura d Virginia Wolf?”, 1966, esordio alla regia di Mike Nichols, storia di un professore universitario Richard Burton e sua moglie Liz Taylor che davanti a una coppia di amici George Segal e Sandy Dennis iniziano a litigare ferocemente buttandosi addosso ogni genere di cattiverie e insulti.
Una serata terrificante per gli ospiti spaventati da tanto odio…
Tratto da una celebre piéce teatrale il film vincitore di cinque Oscar è un classico del genere quasi irraggiungibile. Una sorta di autoanalisi personale per Burton – Taylor che come sappiamo nella vita sono stati per ben due volte marito e moglie facendo felici i giornalisti del gossip con le loro mitiche furibonde scenate accompagnate da lancio di oggetti e in uno stato di totale ebbrezza alcolica…
A quei tempi la privacy non andava di moda. Anzi gli uffici stampa dei divi inventavano anche false litigate per il lancio di un film……
Un altro mondo…..