Chi ha o ama i cani e chi ha o ama i gatti prenda nota: sono tornate le agende dedicate agli amici a quattro zampe, sempre ricche di fotografie, di consigli, di curiosità e un terzo del ricavato della vendita sarà destinato alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane – Sezione di Milano impegnata nella cura di animali abbandonati e nella loro adozione.
Le agende 2016 costano 15 euro a copia, chi ne acquista tre riceve in dono lo spazio per pubblicare la fotografia del proprio cane o del proprio gatto, per saperne di più contattare Morino Studio al numero 02/48110297 chiedendo di Gaia.
Chi ama gli animali e in particolare i cani vada a vedersi un emozionante, dolce e drammatico film “White dog” che arriva dall’ Ungheria (sì proprio il paese delle barriere antimmigrati !!) in grado di fare molto riflettere sul nostro rapporto con gli amici a quattro zampe….
Una storia toccante. Eccola:
“Siamo a Budapest, dove una tassa gravosa penalizza i cani meticci per favorire i cani di razza che vengono abbandonati dai loro padroni in orribili canili. Se qui non sono subito adottati verranno soppressi. La tredicenne Lili che ama riamata il suo affettuoso Hagen (un labrador meticcio), studentessa di tromba al Conservatorio, non si arrende all’idea di perderlo. Lasciato dal padre della ragazzina, ancora ferito dall’abbandono della moglie innamorata di un altro uomo, solo in mezzo al traffico della capitale ungherese l’animale fugge spaventato.
Per Hagen comincerà un’odissea senza fine. Dopo essere finito nelle grinfie di un addestratore per combattimenti tra cani, si unisce ad un branco di randagi organizzati quasi militarmente catturati e imprigionati crudelmente. Insieme riusciranno a sfuggire al loro tragico destino, scappando per le vie della città eludendo la caccia di feroci accalappiacani e di una polizia spietata in assetto di guerra pronta ad ucciderli senza pietà…..
Sequenze spettacolari sottolineate dalla “Rapsodia ungherese” trasformano il film in un horror utilizzato come una metafora sulla civiltà occidentale nella quale la superiorità di una casta di privilegiati domina sui più deboli (in questo caso i cani realmente sottoposti alla violenza cieca degli uomini), rappresentati come qualsiasi minoranza in lotta per non essere schiacciata.
Commovente, avvincente e molto bene accolta dalla critica e dal pubblico al Festival di Cannes dello scorso anno, la pellicola colpisce al cuore lo spettatore sensibile.
Il finale aperto è di una bellezza visiva sconcertante.
Un applauso al regista ungherese Kornél Mundruczò, qui al suo sesto lungometraggio, abile nel utilizzare ben 250 cani addestrati con grande abilità.
“White dog” ricorda in qualche modo il celebre “Gli uccelli” di Hitchcock.
E se tutte le specie animali un giorno giustamente si ribellassero alla razza umana noi che fine faremmo?