Il 9 ottobre John Lennon compirebbe 75 anni e allora al Metropolis 2.0 di Paderno Dugnano (via Oslavia 8, www.cinetecamilano.it ) hanno pensato bene di ricordarlo con il concerto del gruppo The Abbey Road (alle 21) e con la proiezione (alle 22) di La vita è più facile ad occhi chiusi, gioiello spagnolo molto premiato in patria – finalmente nelle sale italiane – ispirato alla commovente storia di Juan Carriòn, un professore d’inglese che nel 1966 – in pieno regime franchista – incontrò per davvero John Lennon ad Almeria, dove il beatle stava girando Come ho vinto la guerra di Richard Lester, ottenendo la correzione dei testi delle sue canzoni in modo da poterli poi insegnare agli alunni.
Nel film di David Trueba l’insegnante appassionato di Beatles si chiama Antonio (Javier Cámara: strepitoso) e ad accompagnarlo verso Almeria per sottoporre a John Lennon le sue traduzioni sono una giovane donna in fuga dal collegio e un ragazzo di sedici anni in fuga dalla famiglia, entrambi alla ricerca di indipendenza.
Per tutti e tre il viaggio sarà un’avventura verso la speranza, la libertà e il cambiamento e su quella macchina – con Antonio, Belén e Juanjo – saliamo anche noi, restando incantati da una storia bella, delicata, tenera, malinconica, profumata, piena di sfumature, di atmosfere gentili e di musica…
In sala in sala in sala: perdersi La vita è più facile ad occhi chiusi sarebbe un peccato.
P.S. A Milano il film è in programmazione all’Anteo e al Beltrade.
” John Lennon, la Spagna e il regime franchista”
Si, il film è carino e piacevole, sono d’ accordo ed interpretato da un cast di attori davvero ottimi. Siamo in un periodo oscuro della Spagna, quello del regime franchista che aveva preso il potere nel 1939 dopo una sanguinosa guerra civile per abbattere il legittimo governo del Fronte Popular che aveva vinto le libere elezioni nel 1936.
Il cinema solo negli ultimi anni ha affrontato questo tema. Francisco Franco è infatti rimasto al potere fino alla sua morte il 20 novembre 1975 con la benevolenza dell’ Europa grazie alle basi missilistiche della Nato presenti sul territorio iberico.
Fa eccezione nel 1943 “Per chi suona la campana”, film tratto da Ernest Hemingway che si svolge nel corso della sanguinosa lotta dei combattenti antifascisti contro le forze falanghista sullo sfondo della romantica storia d’ amore tra Robert Jordan, un ingegnere americano impegnato nella rischiosa missione di far saltare un ponte in mano al nemico e la dolce Maria, una ragazza orfana. Lo scrittore però non gradì affatto la trasposizione su grande schermo del suo epico romanzo. Per anni tolse perfino il saluto al suo amico Gary Cooper protagonista del film insieme a Ingrid Bergman.
Nel 1963 in ” E venne il giorno della vendetta” di John Fred Zinnemann, un’ interessante pellicola poco conosciuta, Gregory Peck e Anthony Quinn sono rispettivamente un esule spagnolo in Francia che attraversa la frontiera per compiere attentati e un capitano della Guardia Civile che cerca di catturarlo o ucciderlo. Nel 1966 Alain Resnais dirige un classico come ” La guerra è finita”. Yves Montand è Pedro militante del partito comunista spagnolo da anni inviato oltre confine in azioni pericolose.
Stanco e sfiduciato l’ uomo incarna la crisi degli oppositori al franchismo negli anni Sessanta incapaci di trovare la strada giusta per scuotere il popolo iberico e condurlo alla libertà democratica. L’ inglese Ken Loach dirige nel 1995 “Terra e libertà” affrontando il tema drammatico e imbarazzante, lo scontro tra anarchici e comunisti nel corso della guerra civile che ha contribuito alla sconfitta del Fronte Popolare. Dopo la scomparsa di Franco finalmente il cinema potrà sfornare numerose pellicole sul lungo periodo nel quale la libertà è stata soffocata. Il film di Juan Carriòn ci mostra la Spagna degli anni Sessanta chiusa, cattiva, bigotta nella quale anche la musica dei Beatles è vista con sospetto e diffidenza e nella quale i giovani inseguono i loro sogni d’ indipendenza…….