Dopo la prima bella ed esaltante esperienza milanese del maggio scorso, grazie alla collaborazione di Comunità Nuova di Don Gino Rigoldi, la “Coppa Quartieri” di Quartieri Tranquilli sbarca (è il termine più adeguato) in Sardegna e precisamente nel suo capoluogo di Cagliari.
Ciò sta diventando realtà grazie ad alcuni importanti partner locali che hanno visto in questo format un’idea vincente per chi ha a cuore la promozione di una sana socialità soprattutto nei quartiere più periferici delle grandi città e dei paesi.
Nella fattispecie la Fondazione Carlo Enrico Giulini, di fresca costituzione, insieme al Cagliari Calcio e alla Fondazione Domus de Luna, attore locale che sta sviluppando il progetto, stanno preparando ed avviando il torneo che andrà a realizzarsi concretamente da febbraio fino ad arrivare alla fase finale prevista per i primi di maggio nella gloriosa location dello stadio Sant’Elia da poco ritornato fortunatamente agibile grazie all’impegno della società e dell’Amministrazione Comunale.
Proprio l’Amministrazione Comunale, attraverso l’Assessorato allo sport, sarà un altro importante partner del progetto che vede anche la Lega calcio di serie A e TIM, attraverso l’azione “il calcio è di chi lo ama” , importanti soggetti promotori e finanziatori dell’evento.
Gli educatori dell’Equipe di Domus de Luna, insieme al Cagliari Calcio, così come prevede il format locale, hanno iniziato a girare per le scuole secondarie dei quartieri della città a promuovere il torneo, anche con la presenza dei giocatori professionisti della società. Offrendo così la possibilità di creare un contatto più diretto tra il mondo dello sport di alto livello e quanti utilizzano lo sport come puro divertimento.
Il primo incontro ha visto la presenza di Francesco Pisano nella scuola Colombo di Cagliari con più di 300 ragazzi/e festanti e interessati all’iniziativa.
A breve i prossimi sviluppi!
Chi è la Fondazione Domus de Luna
Domus de Luna è una Fondazione Onlus nata nel 2005 per assistere e curare bambini, ragazzi e mamme in situazione di grave difficoltà. Cerchiamo di fare da ponte tra un prima difficile e un dopo che vogliamo diverso, creando luoghi che accolgano e diano possibilità a chi vive storie di estremo disagio.