Metti che la cena di una coppia di separati per definire le vacanze estive dei due bambini diventi l’occasione per ricordare – o meglio: radiografare – le tappe della loro storia, che scorrono in flashback: l’inizio, la felicità, il sesso, le prime incomprensioni, il lavoro, i rapporti conflittuali con i genitori, i figli, le seconde incomprensioni, i dolori, l’indifferenza, le occasioni mancate, il tradimento, la fine.
A tavola i due si rinfacciano colpe, si confessano rimpianti, scendono le lacrime e cola il rimmel, finché una coppia seduta al tavolo a fianco – che li ha osservati per tutto il tempo – si avvicina per avvertirli che “nessuno si salva da solo”, insomma per spiegare il significato del titolo, casomai non fosse abbastanza chiaro…
Sergio Castellitto mette (ancora) in scena un romanzo della moglie Margaret Mazzantini e il risultato è un film costruito a tavolino per empatizzare con il pubblico e trascinarlo dentro la storia di Gaetano e Delia e di chissà quanti altri dove alcune cose sono vere quanto banali ma comunque spesso troppo urlate e certi personaggi sono stonati come lo sono le troppe spiegazioni.
Riccardo Scamarcio se la cava molto bene, di meno Jasmine Trinca.