Viviane, regia di Ronit e Shlomi Elkabetz

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Una stanza spoglia, un corridoio, volti, sguardi, dialoghi serrati, ottimi attori (la protagonista è interpretata da Ronit Elkabetz che firma la regia assieme al fratello Shlomi), una sensazione di claustrofobia e oppressione e cinque lunghi anni, scanditi dalle udienze rimandate di continuo anche per le assenze esasperanti e ambigue del marito: Viviane Amsalem – che lavora ed è quindi indipendente – dopo 30 anni di matrimonio vuole il divorzio, solo quello e nulla più, per rifarsi una vita (in Israele bisogna rivolgersi al tribunale rabbinico e si può divorziare soltanto con il consenso pieno del marito) e il film raccontando la vita difficile e il destino segnato di una donna riflette sulla condizione delle donne israeliane e processa società e rapporti umani.

Viviane è un dramma in una stanza che prende, coinvolge e appassiona dall’inizio al verdetto finale.

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