Un grande battitore per una piccola asta

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Ciao a tutti i lettori del nostro giornale «Oltre gli Occhi». Il giorno 7 ottobre 2014, nella Galleria Jannone, abbiamo organizzato “L’asta del bianco”, anche l’aperitivo era bianco: crema di pollo, panna cotta e un eccellente spumante. Il cibo era stato preparato dalla Libera Scuola di Cucina ed è stato molto apprezzato anche da intenditori come Italo, proprietario di un noto ristorante milanese “La Libera”, parola che, detta da noi che siamo in carcere, sembra uno scherzo, ma che, un giorno, diremo anche noi: “Sono libera”. Il ricavato dell’asta è stato sufficiente a coprire le spese di stampa del terzo numero del giornale.

I manufatti da mandare in asta li abbiamo creati nel mese di agosto grazie alla sartoria Alice; Nadia, Mariangela, Violeta ed io abbiamo avuto la possibilità di realizzare cose diverse: borse, cinture, sciarpe, Cristina e Sabrina hanno fatto all’uncinetto e ai ferri collane, orecchini e perfino una coperta per neonato, mentre Dana e altre ragazze che frequentano il corso di origami hanno inventato libri, quadri e oggetti vari.

La vera sorpresa però è stata il battitore: Philippe Daverio, il noto storico dell’arte, che, con il grande spirito che lo contraddistingue, ha accettato di battere i nostri prodotti, trasformando con la sua eloquenza oggetti carini in manufatti unici, di grande pregio, facendo levitare i prezzi tanto che perfino noi a un certo punto dicevamo: basta, basta!

 

Renata fungeva da sua aiutante, non parlava, ma la sua espressione diceva tutto, ogni tanto Philippe le diceva: “Rispondi al telefono, mi pare che ci sia un’offerta”, era ovviamente una finta, comunque cara la mia Renata, come aiutante sei una frana anche se, come dici tu, non si può essere bravi in tutto. Sono sicura però che ti sei divertita un sacco, come tutte noi, modelle improvvisate, non proprio delle Belén Rodriguez, anche se ci unisce la provenienza di molte di noi: il Sud America, pazienza vi dovete accontentare con quello che passa San Vittore. Nadia, si pavoneggiava indossando una cintura di perle, non perle di fiume, ma di Naviglio, allacciata intorno alla sua vita, non proprio da vespa a conferma che talvolta one size fits all. E non parliamo della fatica ad allacciare un bellissimo girocollo in macramé, “un pezzo unico” così ha detto Philippe, intorno al collo di Violeta, che, se non si fosse venduto rapidamente, avrebbe finito per strozzarla.

Mariangela ha presentato una borsa tessuta al telaio all’interno della Sartoria con disegni simili a quelli di Fendi, ma di qualità superiore; è così simpatica la nostra Nonna Papera, così la chiamiamo qui, perché è carina come una paperina, solo un po’ più in carne, è soprattutto capace di stare allo scherzo. Io personalmente la chiamo Papera dei Paperoni perché è molto generosa.

E finalmente arriviamo al pezzo da novanta: una blusa di chiffon fatta a pipistrello, è il mio turno e Renata mi chiama ad indossarla. Dopo alcuni sfortunati tentativi – mi entrava solo una manica – chiamo Loredana, che ha una bellissima silhouette, l’ha indossata e ha sfilato con grande successo. Fra tutte le cose che abbiamo realizzato, io ho potuto indossare solo i cappellini.

Ogni volta che Daverio batteva qualcosa, sentivo una voce da dietro di me che offriva sempre venti euro. Finita l’asta, mi giro e vedo Antonella, la maestra che tiene il corso d’arte, le chiedo: “Come mai sempre venti euro?” “Perché è quello che mi posso permettere e non volevo fare brutte figure, se non altro ho provveduto a alzare i prezzi.”

Quante risate ci siamo fatte, abbiamo passato un pomeriggio stupendo! Devo ringraziare Antonia Jannone per averci dato la possibilità di tenere l’asta nella sua bellissima galleria, Philippe Daverio, davvero un grande e Renata che “una ne pensa, cento ne fa” per stimolarci e aiutarci nel nostro percorso, ma soprattutto voglio ringraziare tutte quelle persone che hanno partecipato e comprato qualcosa per darci la possibilità di far sentire la nostra voce fuori dalle mura di San Vittore tramite «Oltre gli Occhi».

Arrivederci a primavera quando terremo, come ha detto Philippe, le Salon de Printemps

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