Nella Parrocchia Santa Maria Incoronata, in corso Garibaldi 116, www.santamariaincoronata.it/da oltre un anno, si sta conducendo un’intensa esperienza di volontariato volta a una carità più pratica, attiva e costruttiva verso i deboli, i diseredati i poveri del centro storico.
Tutto nasce nell’ottobre scorso, quando mi fu chiesto, su invito di padre Giuseppe Bettoni, attuale parroco e presidente di Archè www.arche.it/, di aprire un centro di ascolto, che raccogliesse l’arrivo anche di nuovi volontari, in modo da consentire di portare avanti non solo un servizio di distribuzione di viveri e indumenti ma di attuare tutta una serie di proposte tali da consentire di dare una vera mano a rialzarsi anche se con fatica e dolore a chi veniva a bussare alla nostra porta.
Quale responsabile caritas parrocchiale fui colta da un dubbio di inadeguatezza e ancor più dal timore che la mia disposizione interiore in quel momento (avevo appena lasciato il lavoro di medico farmacologo) non fosse così limpida e sincera quanto questo impegno all’ascolto richiedeva.
Qualunque merito avessi mai acquisito in questi anni era niente in confronto a questa responsabilità e in una sofferta ammissione con me stessa dei miei peccati di inerzia e di omissioni accettai la proposta di Padre Giuseppe e iniziai il mio cammino di avvicinamento verso un nuovo modo di operare.
Le realtà di coloro che ad oggi si affacciano con timore alla porta del centro di ascolto ed entrano per raccontare la loro storia sono le più molteplici e di ogni estrazione sociale: da questo incontro nasce uno scambio di opinioni e ciò costituisce indubbia ricchezza anche per gli operatori volontari.
Tante cose si potranno migliorare e tante, mi sembra di aver capito, sono già state migliorate. Punto fermo di questo servizio, a mio parere, rimarrà la possibilità di svolgere un servizio assolutamente pratico condito con una piccola componente di umanità.